Il litorale della Playa, lunghissima spiaggia di sabbia catanese, è stato a varie ondate oggetto di numerose speculazioni, oltre che di un'ormai storica lottizzazione tra gli stabilimenti balneari che ne occupano quasi la totalità, negando il passaggio ai bagnanti in palese violazione delle leggi.
Un nuovo assalto alla Playa è partito nei mesi scorsi quando, poco prima dello scioglimento del consiglio comunale, con la delibera del 17 aprile 2013 è stata approvata la variante al P.U.A. Catania Sud.
Abbiamo subito denunciato, insieme a singoli, gruppi e associazioni, come il P.U.A. costituisca un tentativo di cementificazione.
La società “Stella Polare”, titolare del progetto, mira a stravolgere il lungomare Playa di Catania con infrastrutture di enorme cubatura come un centro congressi e un acquario ancora più grande di quello di Genova. Una vera e propria offensiva ideologica del trasversale partito del mattone catanese: cementificare le coste, arrecando ulteriori offese a un litorale già violentato da scelte urbanistiche sbagliate e sottrarlo alla libera e comune fruizione da parte di tutte e di tutti.
L'incubo dei lidi
Il nostro giro turistico non può
che indirizzarsi adesso alla ridente Playa (ride per non piangere
naturalmente). Chilometri e chilometri di spiaggia debitamente recintata e
privatizzata da affollati condominii estivi in forma di lidi balneari: lì si
balla, si fa animazione, si gioca a tamburelli e a bocce, ci sono ristoranti,
docce e piscine in cui farsi una bella nuotata, ci sarebbe anche il mare, ma di
quella merda di mare non gliene frega niente a nessuno.
In ogni caso, se proprio volete farvi un tuffo nell’acqua di mare, così liberamente, senza dover pagare dove poggiate le chiappe, le varie amministrazioni comunali hanno voluto donare alla cittadinanza tre, dicasi tre, spiagge “libere”, che costituiscono più dello 0,1 per cento dell’intero litorale. Tre spiagge libere con docce e bagni gratuiti! Sono tre meravigliose spiagge di pochi metri quadrati per centinaia e centinaia di bagnanti, una delle quali con celato divieto di balneazione, dove certi elettori cari al rieletto sindaco possono tranquillamente recarsi di sera a massacrare qualche povero cavallo scampato alla nobile tradizione catanese dell’arrusti-e-mangia.
Le tre suddette spiagge libere occupano un’area complessiva di circa un centesimo di una chilometrica spiaggia che dal porto di Catania arriva sino alle foci del Simeto, interamente occupata con adeguate muraglie protettive da centinaia di lidi privati, dove l’accesso al mare è proibito a tutte le tasche vuote dell’universo mondo... Se pertanto voi desiderate in una città di mare come Catania recarvi al mare senza dover pagare l’illegale balzello ai privati occupanti abusivi di suolo pubblico, dovrete tentare l’ardua impresa di trovare spazio in una delle suddette spiagge libere facendovi largo tra una ressa di bagnanti ammassati gli uni sugli altri e facendo attenzione a non sconfinare a destra o a sinistra sul bagnasciuga del contiguo lido privato, dove dei solerti bagnini-guardiani vi ricacceranno dentro il recinto delle bestie, perché da un certo punto in poi la spiaggia non è più libera e si paga a caro prezzo!
In ogni caso, se proprio volete farvi un tuffo nell’acqua di mare, così liberamente, senza dover pagare dove poggiate le chiappe, le varie amministrazioni comunali hanno voluto donare alla cittadinanza tre, dicasi tre, spiagge “libere”, che costituiscono più dello 0,1 per cento dell’intero litorale. Tre spiagge libere con docce e bagni gratuiti! Sono tre meravigliose spiagge di pochi metri quadrati per centinaia e centinaia di bagnanti, una delle quali con celato divieto di balneazione, dove certi elettori cari al rieletto sindaco possono tranquillamente recarsi di sera a massacrare qualche povero cavallo scampato alla nobile tradizione catanese dell’arrusti-e-mangia.
Le tre suddette spiagge libere occupano un’area complessiva di circa un centesimo di una chilometrica spiaggia che dal porto di Catania arriva sino alle foci del Simeto, interamente occupata con adeguate muraglie protettive da centinaia di lidi privati, dove l’accesso al mare è proibito a tutte le tasche vuote dell’universo mondo... Se pertanto voi desiderate in una città di mare come Catania recarvi al mare senza dover pagare l’illegale balzello ai privati occupanti abusivi di suolo pubblico, dovrete tentare l’ardua impresa di trovare spazio in una delle suddette spiagge libere facendovi largo tra una ressa di bagnanti ammassati gli uni sugli altri e facendo attenzione a non sconfinare a destra o a sinistra sul bagnasciuga del contiguo lido privato, dove dei solerti bagnini-guardiani vi ricacceranno dentro il recinto delle bestie, perché da un certo punto in poi la spiaggia non è più libera e si paga a caro prezzo!
Fatevi dunque una vacanza di mare
nel meraviglioso mare di Catania e capirete cosa vuol dire una spiaggia libera davvero,
ammirando la bellissima muraglia di chilometri e chilometri di Playa che
impedisce l’accesso al mare, chilometri di mare occupati da lidi privati dai
dolcissimi nomi esoterici, dove anche il sole ha una tariffa, perché anche il sole
da un certo punto in poi è proprietà privata…
Sulla prima di queste tre ridenti
spiagge libere (ridenti perché costrette a ridere dal quotidiano locale e dal
locale assessorato allo sport e al turismo), fino a qualche anno fa, alla fine
di giugno frotte di bambini post-scuola venivano deportati in massa da
illuminati programmi ricreativi tramandati alle giunte di centrodestra dall’illuminato
sindaco pop di centrosinistra. Per tutto il mese di luglio i piccoli deportati
della vacanza di mare venivano prelevati da appositi pulmini canterini nelle
scuole di appartenenza e trasportati sulla prima spiaggia libera, sotto la
vigile guida di esperti animatori sottopagati o non pagati affatto, e comunque
appositamente qualificati animatori all’interno di cooperative o associazioni
tuttofare appositamente create dai fans dei più quotati esponenti di partito per
poter partecipare alla spartizione di quel po’ che resta ancora da spartire in
una città dove la spartizione del pubblico denaro costituisce da sempre il modo
più “naturale” di intendere la politica. Giunti sulla ridente ma ormai biliosa
spiaggia libera, il gregge di bambini e bambine viene raccolto in un apposito
recinto, fornito di amplificazione e musica salsa e meringa come nei migliori
villaggi turistici. Qui gli esperti animatori danno inizio rapidamente al loro
intervento educativo, spingendo il gregge a entrare in acqua, dove bambini e
bambine dovranno sculettare allegramente al ritmo della musica assordante, per il divertimento anche dei
bagnanti presenti che potrebbero altrimenti annoiarsi a dover sentire solo il
suono troppo scontato della risacca marina o il verso di un gabbiano in volo
rasente sull’acqua. Ovviamente i bambini e le bambine apprenderanno in tal modo
la felice equazione mare-divertimento, fregandosene del rapporto uomo-natura o
della qualità delle acque marine, dell’aria e dell’ambiente in generale. Impareranno,
ad esempio, che la specie più diffusa di pesci in riva al mare è rappresentata
dalle bottiglie di plastica e loro affini e che recarsi al mare solo per fare
una passeggiata e respirare l’aria e godere della vista della natura senza dover
consumare nemmeno una lattina di coca o una merendina in offerta speciale sia
la cosa più insulsa e noiosa della terra. E allora, coraggio, signori sindaci!
Più strutture balneari e meno natura, più divertimento usa-e-getta e meno impegno
civile... Un elettorato di non-cittadini è già in lista di attesa per
garantirle il voto alle prossime elezioni.
Catania Antispecista
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