domenica 18 agosto 2013

Acitrezza - Area marina protetta isole dei Ciclopi



















La costa di Acitrezza è famosa per essere stata teatro dei poemi e dei romanzi più famosi della storia. I Malavoglia di Giovanni Verga, le Metamorfosi di Ovidio, l’Eneide di Virgilio, l’Odissea di Omero. Proprio quest’ultimo poema è quello che ha dato il nome a tutta la zona chiamata, appunto, “Riviera dei Ciclopi”.
Il turismo, così come lo intendiamo oggi, toccò Acitrezza nei primi anni ’50 ed i “villeggianti” apprezzavano le acque pulite e l’ordine e la pulizia del centro cittadino. I decenni successivi, però, devastarono quasi tutto il territorio di Acitrezza che si ritrovò con costruzioni oltre il limite e con servizi non adatti a contenere un tale numero di persone. I danni maggiori li ebbe la costa sulla quale, per “agevolare” la discesa a mare, vennero gettate innumerevoli colate di cemento.
La zona a nord, chiamata “barriera” è caratterizzata da grossi massi, (“pitrazzi” per i trezzoti) che oggi si trovano intramezzati da spesse e lunghe discese a mare interamente realizzate in cemento. Più avanti troviamo una zona di rara importanza geologica, infatti la costa si trasforma, mostrando tutta la particolarità della natura: sono i pillows lave. Il professor Roland dell’Università delle Hawaii li classificò come le formazioni “più straordinarie” del loro genere. Attualmente, i pillows lave, sono totalmente abbandonati al degrado, infatti una parte di essi si trova parzialmente coperta dal cemento ed un’altra parte è stata inglobata nelle strutture del porto nuovo di Acitrezza, sfregiandone diversi. Tra queste due zone di pillows lave si apre la più ampia spiaggia di Acitrezza (ed anche l’unica, visto che le altre sono state sostituite da ampie distese di cemento, seppellendole). Potrebbe essere un luogo di attrazione turistica, visto che è rimasta quasi intatta, ma proprio in questa zona sfocia la conduttura fognaria, senza depurazione, di Acitrezza.
La fogna che sfocia a mare, in piena zona “B” dell’AMP Isole del Ciclopi, è il problema più grave che colpisce la costa di Acitrezza. Centinaia di metri di costa sono segnati dal divieto di balneazione per inquinamento e quando le correnti sono più forti, le acque putride si spingono anche oltre.
Continuando a scendere verso sud incontriamo il porto nuovo di Acitrezza che ha inglobato al suo interno il vecchio scalo di fine XVII secolo. All’interno è ancora attivo il cantiere dei mastri d’ascia ed a fianco di quest’ultimo vi è l’antico scalo dei malavoglia ed il geosito dei Basalti Colonnari.
Tutta questa zona è d’esempio, perché fino agli inizi degli anni 2000 era ricoperta dal cemento, che occludeva anche le rarissime formazioni laviche, ora tutelate. Grazie alla tenacia dei soci del Centro Studi Acitrezza ed alla spinta propulsiva dei cittadini trezzoti la soprintendenza ai BB CC AA di Catania fece eliminare il cemento e riqualificare la zona. Fino ad oggi è l’unico esempio di rinaturalizzazione ad Acitrezza ed oggi l’area dei basalti colonnari è tra le più visitate dai turisti.














Spostandoci ancora più a sud, tra la zona dei “Faragghiuneddi” e la zona denominata “Stagnitta” vi sono varie colate di cemento, vetuste e pericolose, che fungono da discesa a mare. Continuando a scendere verso sud si trova il Lido dei Ciclopi a “tagliare in due” il Lungomare dei Ciclopi, bloccando la passeggiata ed impedendo il libero transito sulla battigia. Vengono a mancare delle discese a mare ecocompatibili che potrebbero permettere la discesa a mare ai bambini, agli anziani ai portatori d’Handicap ed in generale a tutte le persone che hanno difficoltà a muoversi sugli scogli.

























AMP Isole dei Ciclopi:

L’Area Marina Protetta Isole dei Ciclopi, (provvedimenti istitutivi: D.I. 7/12/1989 (G.U. n.86 del 12/04/1990), D.M. 17/05/1996 (G.U. n.263 del 09/11/1996), D.M. 09/11/2004 (G.U. n.16 del 21.01.2005) ) è una delle prime Riserve Marine istituite in Italia. L’obiettivo è quello di tutelare dei fondali unici nel loro genere, quasi tutte le alghe e le piante marine presenti nel Mediterraneo dimorano nello specchio d’acqua che circonda le isole dei Ciclopi e tantissime specie di pesci si trovano a nuotare in queste acque.
Le specie ittiche si erano notevolmente ridotte negli ultimi anni a causa della pesca intensiva, mentre la situazione odierna è nettamente migliorata. Non è difficile imbattersi in grandi banchi di pesci di diverse specie, anche sottocosta ed a pochi metri di profondità. Stesso discorso vale per le altre classi animali e vegetali della riserva.
Il problema più grande, però, resta lo scarico fognario in piena zona “B” dell’AMP. Oltre al grande scarico della zona spiaggetta, ve ne sono altri più piccoli, ma dannosi, all’interno del porto di Acitrezza e sul Lungomare Scardamiano di Acicastello, dove i torrenti si sono trasformati in scarichi fognari abusivi.
Discutibile la scelta di permettere l’attracco nelle boe tangenti la zona “A” di riserva integrale anche ai gommoni ed ai motoscafi. Gli scarichi di benzina che si riversano in mare attraversano senza problemi le sagole e le boe per entrare nello specchio d’acqua davanti l’Isola Lachea. Inoltre il rumore causato da questo tipo d’imbarcazioni non si sposa con una zona di riserva integrale quale è la zona “A”. Stesso discorso è da fare per il corridoio di lancio, realizzato da qualche anno, che taglia in due la Riserva ed è tangente alla zona “A” di riserva integrale. Oltre ai problemi con gli
scarichi di benzina ed al rumore causato da queste imbarcazioni, si è di fatto impedito di fare una nuotata tra il Faraglione Grande (zona “A”) ed i due faraglioni più piccoli (zona “B”) perché ci si trova a dover attraversare il corridoio di lancio, zona deputata al passaggio delle grosse barche a motore.

 Centro Studi Acitrezza

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